Devastanti episodi si succedono con cadenza incontrollabile provocando la demolizione del bisogno più radicato nell’essere umano: la serenità di poter generare e far crescere con dignità i propri figli, dando così senso e prospettiva al proprio percorso di vita.
Quattordici racconti descrivono, a volte in modo giocoso, altre volte con cinismo, alcuni dei meccanismi che rendono così faticosa e disgraziata l’esistenza dell’uomo nelle società del consumismo. Quattordici foto in bianco nero e una foto in copertina, tutte scattate dall’autore, ci conducono in un percorso parallelo, popolato da incubi reali e da emozioni immateriali, nel quale la natura ci indica, ancora una volta, la via di uscita possibile, ma non ovvia.
Tumàn
RispondiEliminaTumàn è un predatore agile e attento, ben inserito nell'ambiente selvaggio che lo circonda. All'inizio del racconto, al lettore non è dato sapere nulla di più, l'autore fa sì che la sua attenzione vada allo splendore della natura, all'alba gelida e nebbiosa, agli altri animali che inconsapevoli saranno inevitabile preda del protagonista. Frasi brevi, descrizioni dettagliate, accentuano l'azione che presto si verificherà : predatore contro preda.
Nella parte iniziale Tumàn è attento a tutto, è circospetto, ogni piccolo particolare può influenzare positivamente o negativamente la caccia. Qui l'autore ci mostra come l'animale uccide per necessità, per sopravvivenza, la preda verrà conservata e consumata lentamente. Non ci sarà spreco.
Tumàn e l'uomo: il predatore è attento, consapevole del pericolo costituito da questa specie così poco coerente, è in guardia. L'uomo è insidioso, proprio perchè spesso é imprevedibile. Se fosse un lupo, Tumàn sarebbe senza dubbio un leader alfa, ne ha tutte le caratteristiche.
La parte più alta del racconto é sicuramente l'incontro tra Tumàn e Ira, l'amore istintivo e puro che saprà andare oltre la cattività e la morte.
Di Stasio descrive la scena della cattura arricchendola di molti particolari, coinvolge appieno il lettore poichè gli presenta l'episodio dal punto di vista del protagonista. I sensi degli animali sono sviluppati in maniera differente dai nostri, con grande capacità narrativa l'autore ci mostra come il predatore " percepisce" il pericolo e cosa lo colpisce maggiormente. Solo quando i due animali verranno sistemati definitivamente nelle loro gabbie, Di Stasio rivelerà la specie cui appartengono , evidenziando la nobiltà di Tumàn che contrasta con la bassezza umana.
L'uomo incontrato da Tumàn è una figura meschina, curiosa, incapace di possedere valori, i guardiani ne sono l'esempio più chiaro. E poi la fuga di Ira, il coraggio di Tumàn e la consapevolezza che la sua stirpe sopravviverà nella natura, dove l'uomo non è che piccola cosa.
Questo racconto mi ha molto emozionato, sicuramente merito della grande abilità narrativa dell'autore e della sua capacità di esprimersi attraverso immagini nitide e di forte impatto.
La seconda lettura é ancora più coinvolgente, il lettore riesce a mettere a fuoco tutti i particolari e presta maggiore attenzione a dettagli precedentemente ritenuti poco importanti. A mio parere, anche questa è una grande abilità dell'autore.
"Del seme più forte" sarà sicuramente un libro originale e di forte impatto.