In questo numero pubblichiamo qui di seguito l'articolo scritto da Christian Coduto in occasione della serata di presentazione dei film documentari La
Domitiana. Dove non c’è strada non c’è civiltà e Ritratti abusivi di Romano Montesarchio.
© MOVIE CAMERA è un progetto di Stefano di
Stasio
Serata di
grandi emozioni al Cineclub Vittoria
I trecento spettatori accorsi
in sala hanno assistito ad una doppia proiezione: “La Domitiana. Dove non c’è
strada non c’è civiltà” e “Ritratti abusivi”, due docufilm ideati e
diretti da Romano Montesarchio, giovane regista casertano.
Negli ultimi anni il genere documentaristico ha acquisito un interesse
via via sempre maggiore da parte del pubblico (ne è testimonianza il recente
successo ai botteghini di “Vado a scuola” di Pascal Plisson). Il bisogno di
vivere la realtà attraverso il linguaggio filmico d'autore è un’esigenza che si
sta facendo strada nella mente delle persone. “La Domitiana” affronta con un
occhio disincantato e critico il lento ed inesorabile declino di una zona della
Campania che avrebbe molto da offrire. “Ritratti abusivi” racconta con ironia
la vita di alcuni abitanti della zona del "Parco Saraceno", tra illegalità
e violenze quotidiane.
Mentre, tra il primo e secondo spettacolo, Massimiliano Gaudio (autore
della colonna sonora dei due progetti) intrattiene il pubblico presente con uno
spettacolo musicale affascinante e suggestivo, ho l’opportunità di scambiare
"quattro chiacchiere" con il regista.
C’è un’aria di amichevole
complicità: Romano
Montesarchio appare sereno,
disponibile e padrone della materia trattata nelle sue opere. Sono argomenti
che sente davvero, non sono “compitini” che si è imposti o che gli sono stati
affidati. Quello di raccontare il mondo è un suo bisogno innato.
“Ritratti abusivi”, esordisce,
“è una sorta di secondo capitolo de La Domitiana. Dopo quel
documentario, mi ero reso conto di non aver completato il mio lavoro: mi ero
perso l’interno delle case. Da qui l’esigenza di ritornare in quei luoghi e di
descrivere altri punti di vista. Per completare il documentario sulla Domitiana
sono stati necessari sei anni. Per questo progetto ne sono serviti altri tre,
anche perché una volta entrati nel Parco Saraceno, non ne esci più. Magari per
il capitolo conclusivo di questa trilogia impiegherò solo un anno (ride)”.
“Lavorare
con gli immigrati e con persone che occupano illegalmente delle abitazioni non
deve essere stato facile, in termini di fiducia, all’inizio…”
“La
fiducia deve essere conquistata. Ho fatto capire loro che il nostro
progetto non era finalizzato a
speculare su una situazione, quanto piuttosto uno studio antropologico. Volevo
che emergesse la loro umanità. Credo di esserci riuscito. Giusto per dire,
quando il documentario è stato presentato al Festival di Roma, un gruppetto
degli abitanti del Parco Saraceno è venuto a darmi manforte. Durante la
proiezione ho visto uno di loro che piangeva sommessamente, in disparte”.
“Tra quelli rappresentati nel
documentario, quali sono i personaggi ai quali sei più affezionato?” “Sicuramente Vincenzo, il parcheggiatore, e
Costantino, l’uomo che si diverte a proclamare dal terrazzo”.
“Ciò
che lega i due progetti”, prosegue ,
“è il concetto della integrazione, un tema al quale sono legato. Credo che
l’immigrazione sia un elemento fondamentale:
comporta uno scambio culturale. Geograficamente parlando, l’Italia è in
una posizione privilegiata. E’ un peccato che non si sia ancora verificato del
tutto il processo di integrazione culturale. Negli Stati Uniti, per esempio,
convivono razze diverse; ciò garantisce un proficuo scambio di idee,
permettendo così una continua evoluzione.
Il tema dell’integrazione è
il fulcro centrale di un mio altro documentario: "Arapha – Ragazza dagli
occhi bianchi", in cui parlo di
questa ragazza affetta da albinismo che vive in Tanzania. Una sorta di razzismo
al contrario ”.
“Parliamo un po’ degli aspetti tecnici…”
“Ritratti
abusivi è stato girato con una Canon 5d mark II, una macchina fotografica che
permette di realizzare anche dei filmati di ottima resa. Ovviamente, rispetto
ad un lungometraggio di finzione, girare un documentario presenta delle
difficoltà oggettive: è tutto improvvisato, devi seguire l’istinto e, in un
certo senso, prevedere quello che sta per accadere…”
“Il film è stato proiettato in anteprima proprio al Cineclub Vittoria: quando uscirà nelle
sale Ritratti abusivi?”
“A marzo. L’Istituto Luce si occuperà della distribuzione, poi, dopo l’uscita in home video, verrà
proiettato su Rai Uno”.
“Ho notato che i registi casertani trattano spesso argomenti delicati nelle loro
opere. In Esterno sera
Barbara Rossi Prudente parla di incesto, Animanera di Raffaele Verzillo ruota intorno alla
figura di un pedofilo. Tu parli di immigrazione e mini criminalità. C’è questa
tendenza a scavare nella superficie e andare in profondità…”
“Beh, immagina di entrare in
una stanza per la prima volta: inizialmente osserverai le pareti, poi, a mano a
mano, scoprirai degli oggetti che non avevi visto e ti soffermerai sui
particolari più piccoli. Il compito del regista è proprio questo: approfondire
sempre di più”.
“C’è qualche
altro progetto documentaristico che ti ha colpito, recentemente?”
“Certo. The act of killing, di Joshua Oppenheimer”.
“Un’ultima domanda: dopo tanti
documentari, non hai voglia di lanciarti in un lungometraggio di finzione?” -
“Sì, ho un’idea per un film che oscilla tra il drammatico e il surreale. Un po’
alla David Lynch ” . - “Quello di Elephant man o di Mulholland drive?” - “Quello di Strade perdute”.
Si ringrazia
vivamente Romano Montesarchio per questa chiacchierata così stimolante e ricca
di spunti interessanti, e il Cineclub Vittoria di Casagiove, da sempre sinonimo
di cultura, per aver accolto favorevolmente la proiezione di questi due
notevoli docufilm.
E’ da sottolineare, infine,
il grande coinvolgimento da parte degli spettatori che, interessati ai temi
trattati, hanno fatto diverse osservazioni e posto numerose domande al regista,
al soggettista Vincenzo Ammaliato, al musicista Massimiliano Gaudio e al
montatore Davide Franco.
© Articolo realizzato da Christian Coduto il
2 Febbraio 2014