CRX 7. ROMA, FLORENS et AMOR
Da una
brillante segnalazione di Peppe Mocci nel suo commento all’articolo su San Rufo
e San Pietro ad Montes di Casolla (CE)
:
I TRE NOMI DI ROMA
«…Nell'antichità, una città aveva tre nomi: uno sacrale, uno pubblico e uno
segreto.
Siamo nel 750 a.C. circa, epoca stimata della fondazione di Roma Evidentemente il nome pubblico della città capitolina era Roma. Per contro, il nome religioso o sacrale fu stabilito essere Florens,
usato in occasione di determinate cerimonie di carattere religioso. In ultimo, l'appellativo segreto di Roma è rimasto ad oggi sconosciuto.
Il motivo e la necessità di questa segretezza si spiegano con il fatto, noto nella interpretazione dell'origine della scrittura, che il nome di un oggetto o di una entità esprimeva l'essenza e l'energia dell'oggetto o entità che definiva.
Il motivo e la necessità di questa segretezza si spiegano con il fatto, noto nella interpretazione dell'origine della scrittura, che il nome di un oggetto o di una entità esprimeva l'essenza e l'energia dell'oggetto o entità che definiva.
Nominare qualcosa equivaleva a renderlo
vivo ed esistente e la conoscenza del nome segreto significava avere il potere del bene e del male sull'oggetto. Per questo motivo i Romani conservarono con estrema cura il nome
segreto di Roma…
Etimologicamente, il nome segreto di una città corrispondeva, di fatto, al nome segreto del nume tutelare della città.
Per esempio, è noto che i pontefici romani, un collegio di cinque sacerdoti funzionari della Roma arcaica addetti alle questioni religiose, a partire dal 300 a.C. fino al primo cristianesimo (pontifex è costruttore di ponti) , nelle invocazioni, si rivolgevano a Giove Ottimo Massimo…
Per esempio, è noto che i pontefici romani, un collegio di cinque sacerdoti funzionari della Roma arcaica addetti alle questioni religiose, a partire dal 300 a.C. fino al primo cristianesimo (pontifex è costruttore di ponti) , nelle invocazioni, si rivolgevano a Giove Ottimo Massimo…
Giovanni Pascoli, e diversi storici, viceversa, sostennero che il nome segreto di Roma era il palindromo della parola stessa, Amor, cioè Amore, il che si spiegherebbe con la dedica segreta della
città di Roma a Venere/Afrodite, dea dell'amore e della bellezza…».
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