Dopo una lunga pausa, è tempo di un nuovo numero di questa rubrica di Parole e Fotografie dedicata all’attualità del cinema. Sulle vele di un entusiasmo mai sopito per la settima arte, gonfie del vento forte di un’annata eccezionale per numero e qualità della produzione cinematografica, avviamo la nostra rassegna con lieta emozione, consapevoli del fatto che gli anni come il 2013 sono davvero simili a quei fenomeni strani e rari che si osservano a volte in natura, aurore boreali di inimmaginabile bellezza, che ci regalano la meraviglia di godere di opere del genio dell’uomo di cui difficilmente si riproporrà la varietà e il livello negli anni a venire.
© MOVIE CAMERA è un progetto di Stefano di Stasio
MOVIE CAMERA: " Sur le chemin de l'école "
Regia di Pascal Plisson
Primo piano su piccole mani nere che raspano con fatica il greto secco di un fiume nella savana in Kenya. L’immagine insiste sul lavorio delle mani, tese a scavare e spostare la sabbia, finché, dopo diversi secondi si intravede il livello dell’acqua che emerge. Con questa sequenza di innegabile raffinatezza Pascal Plisson introduce allo spettatore le riprese del suo film documentario “ Sur le chemin de l'école” tradotto goffamente in Italiano “Vado a scuola”.
L’autore attraversa le terre di tre continenti, il Kenya, il Marocco, l’India e l’Argentina, per cedere la voce narrante ad altrettanti protagonisti, tutti bambini di famiglie di basso ceto economico. Jackson è un bimbo che vive nella savana con la sua famiglia in una capanna. Per raggiungere la scuola dovrà percorrere insieme alla sorellina Salomé circa 15 km a piedi, trepidando lungo il percorso per evitare il pascolo di un gruppo di elefanti e, impavido, si preoccuperà di non tardare perché a lui quella mattina è stata affidata la cerimonia dell’alzabandiera. Zahira vive sulle montagne dell’Atlas in Marocco e insieme ad altre 2 amiche percorrerà piste di sassi fino al primo centro abitato dove, grazie ad un autista che accoglierà le tre bimbe sul suo camion che trasporta capre riuscirà prima a barattare al mercato una gallina che ha portato con sé e poi a raggiungere la scuola.
Carlos vive nella pampas della Terra del Fuoco con la sua famiglia di allevatori di ovini. Grazie ad un cavallo percorrerà 20 km trasportando dietro di sé in sella anche la sorellina, per raggiungere una scuola. Samuel è un bimbo che vive a con la sua povera famiglia sulle coste della baia di Bengal in India e dalla nascita soffre di una grave malattia agli arti inferiori che gli impedisce di camminare. I due fratellini Gabriel e Emmanuel, spingeranno la sua sedia a rotelle attraverso piste sabbiose fino alla scuola che dista 4 km e 2 ore di marcia.
Il film è un inno alla funzione sociale della scuola intesa come riscatto dei figli delle classi meno abbienti e come via di realizzazione personale e sociale. È un film documentario in questo senso “eroico” laddove nelle civiltà che si reputano progredite si riesce, a volte, a travisare la funzione e l’essenza stessa dell’insegnamento sia da parte dei docenti sia da parte dei discenti. Elogio della semplicità di concetto nella settima arte, l’opera di Pascal Plisson è un sonoro ceffone, secco, senza fronzoli, sul viso addormentato delle vicende del post-consumismo, che risveglia direttamente quella parte dell’uomo che è ancora in grado di lottare quotidianamente per la sopravvivenza e per realizzare i propri sogni. Il film è anche impietosa nemesi e cruda presa di coscienza della brevità e dell’effimero connessi alle vicende umane quando, attraverso le parole di Samuel, il piccolo Bengalese infermo, ci dice “l’uomo viene al mondo con niente e se ne va con niente”.
Dal punto di vista tecnico, quello che colpisce nel film è la naturalezza con la quale il regista intreccia le storie, riducendo al minimo la presenza di sottotitoli scritti e senza alcuna pausa nella narrazione. Così la visione dello spettatore passa in dissolvenza rapida dalle vicende della savana a quelle delle montagne dell’Atlante, da quelle della Patagonia a quelle delle strade di sabbia del Bengala, quasi a sottolineare che ogni uomo è cittadino dell’intero pianeta e che, solo nel fronteggiare estreme e quotidiane difficoltà, questa naturale visione delle cose può essere colta appieno.
La commovente serie di piani sequenza finali in cui ognuno dei piccoli protagonisti parla dei suoi sogni e di come la scuola abbia un ruolo cruciale nella realizzazione di essi è il migliore inno alla fiducia della specie umana, attraverso il coraggio di questi bimbi e la fermezza del loro sguardo in cui non esiste bassezza e paura. E nella mente di chi ha potuto cogliere la raffinatezza di questo capolavoro di Pascal Plisson, riemergono, scandite dall’eco ripetuta di uno strumento etnico africano, le inquadrature di apertura del film documentario: l’acqua è vita e la vita è conoscenza. Trovarla spesso costa fatica quotidiana.
© Articolo scritto da Stefano di Stasio il 28 Novembre 2013
SCHEDA DEL FILM
Regia: Pascal Plisson
Sceneggiatura: Marie-Claire Javoy, Pascal Plisson
Fotografia: Simon Watel
Montaggio: Sarah Anderson, Sylvie Lager
Musiche: Laurent Ferlet
Produzione: Winds, Ymagis, Wild Bunch
Distribuzione: Academy Two
Paese: Francia 2012
Uscita Cinema: 26/09/2013
Durata: 75 Min
Formato: Colore
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