Sheqel 01. NOTTE
di Gianfranco Graziano
NOTTE
Il
giorno se ne va dietro quel colle
e
s'alza il canto tremulo nel nido
fermi
gli uccelli e con essi il mondo
quasi
volesse contemplare l'infinito
Scure
le strade e ombre svolazzanti come spettri
le
nuvole bagnate dal debol raggio di una luna
che
irradia un calor freddo e tenue
e
chi lo avverte sa che porterà fortuna
Le
luminarie accese il fumo dei camini
fatto
di quercia che riscalda e accende
movendo
su e giù l'ambiente che lambisce
che
a fissarlo a lungo l'occhio non si pente
In
una stanza un bimbo nel giaciglio
sente
le voci ma è il buio la sua paura
si
agita e geme vuole la sua mamma
che
accorre pronta donandogli sua cura
L'uomo
è si stanco dopo il suo travaglio
ma
questa notte sembra fatta di sospiri
calma
le membra e la mente già s'inebria
alla
vision della sua donna che già vuol che lui l'ammiri
Questa
è la notte cala all'improvviso
e
ad alcuni mette angoscia per altri è bella
ma
tutti prima o poi di fuori all'uscio
muti
a mirar la luce e il canto di una stella
Copyright 2016 Gianfranco Graziano
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