CRX 5. L’EVANGELO di GILGAMÈSH
Nella Mesopotamia, la mitica terra della mezzaluna fertile, in un
periodo compreso fra 6000 e 4000 anni fa, l’epopea
di Gilgamèsh racconta, almeno
duemila anni prima dell'Odissea di Omero, le gesta di questo eroe leggendario
e, come per tutti gli eroi dell’antichità, della sua lotta
per l’immortalità.
Gilgamèsh viaggia attraverso il tempo insieme a Utnapistim, eroe
del diluvio universale, utilizzando la porta delle stelle, fra mille avventure
nelle quali affronta uomini e demoni alla ricerca dell’origine della vita.
Fonte: Cesare Ossicini.
L’epopea di Gilgamesh completa, dall’inizio alla fine del tempo e dello spazio.
Ed. IL MIO LIBRO.
Il prode Paolo Papiro, mio ex-studente di tesi, ingegnere e maître à
penser di vino, tè e sfogliatella,
suggerisce anche un lavoro scientifico, Hamlet Mill, di Archaeoastronomy and Compared Mithology,
di un professore di Hystory of
Science del M.I.T. Boston, Giorgio
de Santillana e una prof. del W Göthe Universität, Herta von Dechend:
https://en.wikipedia.org/wiki/Da questa leggenda nascono fatti di sangue, lotte per volgere le forze della natura all'equilibrio armonico cosmogonico e annunci di gioia che, dal greco, fanno parlare di questo testo come di evangelo di Gilgamèsh. In particolare, interessante è il concetto che emerge da questa epopea di bugia del sonno, ovvero l'idea che: “…la morte non esiste. L’ha inventata l’uomo e lui ci crede a tal punto da vivere nel terrore”.
Fonte: Mario Pincherle.
L’epopea di Gilgamesh. Ed. Melchisedek.
Io non lo so se la morte esista davvero, ma, parafrasando Giordano Bruno, “se non è vera, è molto ben trovata”.
Buona lettura!
Soundtrack consigliata:
© 2016 Testo e Foto: Stefano di Stasio.
Cimitero di L’viv, Ucraina.
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