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mercoledì 11 dicembre 2013

MOVIE CAMERA - Inverno 2013 (continua)

Il numero della rubrica dedicato all'Inverno 2013 prosegue con l'invito alla visione di "Un château en Italie"

© MOVIE CAMERA è un progetto di Stefano di Stasio



MOVIE CAMERA: " Un Château en Italie " – "Un castello in Italia"
Regia di Valeria Bruni Tedeschi

Un cast di eccezione per un film di una eleganza sobria e malinconica diretto e interpretato da una solare e diamantina Valeria Bruni Tedeschi. La narrazione, organizzata in 3 partiture, hiver, printemps, été nel corso di un anno solare si ambienta in share time fra Parigi e un paese del Piemonte (Castagneto) dove il capostipite di una ricca famiglia italo francese ha impiantato una fabbrica e ha fatto fortuna. Dopo la morte di questi, la moglie e i figli rimangono a gestire la ricca villa signorile con annesso giardino, appunto lo Château, detto alla francese. I due figli, Louise e Ludovic, legati da un affetto di carne e di sangue, interpretati dalla Tedeschi e da Filippo Timi, affiancano l’anziana madre (Marisa Borini) rimasta vedova in questo compito arduo, e, tuttavia, si scontrano regolarmente con i tentativi di questa di recuperare moneta e sostanze per arginare la deriva che sta mandando in malora l’economia di famiglia. Sia Louise sia Ludovic sono incalzati da drammi personali. Ludovic ha una salute cagionevole legata al decorso dell’AIDS che ha contratto e alterna scatti di ingiustificata aggressività e rabbia a momenti di gioco innocente con la sorella e con la fidanzata (Céline Sallette); Louise è un’attrice che ha volutamente abbandonato le scene anni prima e con l’arrivo dell’età si ritrova sola, senza un compagno, e con una affannosa voglia di maternità. Si attaccherà al giovane Nathan (interpretato da Louis Garrel), incontrato per caso, anche lui attore controvoglia e figlio di un mediocre regista cinematografico con il quale ha avuto a che fare anni prima. Pur nascondendo questa precedente relazione, si ritroverà a forzare Nathan all’iter di una fecondazione in vitro che, non solo si rivelerà sena successo ma inoltre provocherà il temporaneo allontanamento del compagno.

Una esilarante serie di scene scandite a passo ora di musica classica ora di quella della Pappa al Pomodoro" il serial televisivo RAI di circa 45 anni fa tratto dal libro "Gian Burrasca", al secolo Giannino Stoppani, di cui alcune scene scorreranno sui titoli di coda, arricchisce l’assetto cinematografico del film che a suo modo, si potrebbe dire alla Stoppani, ci narra di ricchezza e povertà, di purezza e vizio, di fratellanza ed emarginazione, come per esempio quando Louise va in pellegrinaggio presso una chiesa di Napoli gestita da monache dove esiste una sedia miracolosa sulla quale le donne sterili possono sedere e chiedere a Dio la grazia di divenire fertili.

Un’opera di tutto rispetto, rigorosa nella grammatica e nella sintassi cinematografica, ma addolcita da quelle note di leggerezza e di eleganza che sanno esprimere Louise, l’anziana madre, Ludovic e un po’ tutti i personaggi del cast.

Dunque una vicenda narrata da "Un chateaux en Italie" non banale, esempio di equilibrio fra rigore stilistico e freschezza narrativa, che, come spesso accade, si sostanzia già nell’incipit del film, quella sequenza all’alba di un monastero Cluniacense perso nella campagna francese, che vede Louise destarsi impaurita al suono dei canti monastici delle preghiere del mattino e precipitarsi mezzo nuda nella cappella dove i fratelli sono riuniti in preghiera.

© Articolo scritto da Stefano di Stasio il 12 Dicembre 2013




SCHEDA DEL FILM
Regia: Valeria Bruni Tedeschi
Sceneggiatura: Valeria Bruni Tedeschi, Noémie Lvovsky, Agnès de Sacy
Attori: Valeria Bruni Tedeschi, Louis Garrel, Filippo Timi, Marisa Borini, Xavier Beauvois, Céline Sallette, André Wilms, Silvio Orlando, Pippo Del Bono, Omar Sharif
Fotografia: Jeanne Lapoirie
Montaggio: Francesca Calvelli, Laure Gardette

Produzione: SBS Film
Distribuzione: Teodora Film
Paese: Francia, Italia 2013
Uscita Cinema: in Francia 30 Ottobre 2013, in Italia 31 Ottobre 2013
Durata: 104 minuti
Formato: Colore

sabato 30 novembre 2013

MOVIE CAMERA - Inverno 2013

Dopo una lunga pausa, è tempo di un nuovo numero di questa rubrica di Parole e Fotografie dedicata all’attualità del cinema. Sulle vele di un entusiasmo mai sopito per la settima arte, gonfie del vento forte di un’annata eccezionale per numero e qualità della produzione cinematografica, avviamo la nostra rassegna con lieta emozione, consapevoli del fatto che gli anni come il 2013 sono davvero simili a quei fenomeni strani e rari che si osservano a volte in natura, aurore boreali di inimmaginabile bellezza, che ci regalano la meraviglia di godere di opere del genio dell’uomo di cui difficilmente si riproporrà la varietà e il livello negli anni a venire.

© MOVIE CAMERA è un progetto di Stefano di Stasio


MOVIE CAMERA: " Sur le chemin de l'école "
Regia di Pascal Plisson

Primo piano su piccole mani nere che raspano con fatica il greto secco di un fiume nella savana in Kenya. L’immagine insiste sul lavorio delle mani, tese a scavare e spostare la sabbia, finché, dopo diversi secondi si intravede il livello dell’acqua che emerge. Con questa sequenza di innegabile raffinatezza Pascal Plisson introduce allo spettatore le riprese del suo  film documentario “ Sur le chemin de l'école” tradotto goffamente in Italiano “Vado a scuola”.
L’autore attraversa le terre di tre continenti, il Kenya, il Marocco, l’India e l’Argentina, per cedere la voce narrante ad altrettanti protagonisti, tutti bambini di famiglie di basso ceto economico. Jackson è un bimbo che vive nella savana con la sua famiglia in una capanna. Per raggiungere la scuola dovrà percorrere insieme alla sorellina Salomé circa 15 km a piedi, trepidando lungo il percorso per evitare il pascolo di un gruppo di elefanti e, impavido, si preoccuperà di non tardare perché a lui quella mattina è stata affidata la cerimonia dell’alzabandiera. Zahira vive sulle montagne dell’Atlas in Marocco e insieme ad altre 2 amiche percorrerà piste di sassi fino al primo centro abitato dove, grazie ad un autista che accoglierà le tre bimbe sul suo camion che trasporta capre riuscirà prima a barattare al mercato una gallina che ha portato con sé e poi a raggiungere la scuola.
Carlos vive nella pampas della Terra del Fuoco con la sua famiglia di allevatori di ovini. Grazie ad un cavallo percorrerà 20 km trasportando dietro di sé in sella anche la sorellina, per raggiungere una scuola. Samuel è un bimbo che vive a con la sua povera famiglia sulle coste della baia di Bengal in India e dalla nascita soffre di una grave malattia agli arti inferiori che gli impedisce di camminare. I due fratellini Gabriel e Emmanuel, spingeranno la sua sedia a rotelle attraverso piste sabbiose fino alla scuola che dista 4 km e 2 ore di marcia.
Il film è un inno alla funzione sociale della scuola intesa come riscatto dei figli delle classi meno abbienti e come via di realizzazione personale e sociale. È un film documentario in questo senso “eroico” laddove nelle civiltà che si reputano progredite si riesce, a volte, a travisare la funzione e l’essenza stessa dell’insegnamento sia da parte dei docenti sia da parte dei discenti. Elogio della semplicità di concetto nella settima arte, l’opera di Pascal Plisson è un sonoro ceffone, secco, senza fronzoli, sul viso addormentato delle vicende del post-consumismo, che risveglia direttamente quella parte dell’uomo che è ancora in grado di lottare quotidianamente per la sopravvivenza e per realizzare i propri sogni. Il film è anche impietosa nemesi e cruda presa di coscienza della brevità e dell’effimero connessi alle vicende umane quando, attraverso le parole di Samuel, il piccolo Bengalese infermo, ci dice “l’uomo viene al mondo con niente e se ne va con niente”.
Dal punto di vista tecnico, quello che colpisce nel film è la naturalezza con la quale il regista intreccia le storie, riducendo al minimo la presenza di sottotitoli scritti e senza alcuna pausa nella narrazione. Così la visione dello spettatore passa in dissolvenza rapida dalle vicende della savana a quelle delle montagne dell’Atlante, da quelle della Patagonia a quelle delle strade di sabbia del Bengala, quasi a sottolineare che ogni uomo è cittadino dell’intero pianeta e che, solo nel fronteggiare estreme e quotidiane difficoltà, questa naturale visione delle cose può essere colta appieno.
La commovente serie di piani sequenza finali in cui ognuno dei piccoli protagonisti parla dei suoi sogni e di come la scuola abbia un ruolo cruciale nella realizzazione di essi è il migliore inno alla fiducia della specie umana, attraverso il coraggio di questi bimbi e la fermezza del loro sguardo in cui non esiste bassezza e paura. E nella mente di chi ha potuto cogliere la raffinatezza di questo capolavoro di Pascal Plisson, riemergono, scandite dall’eco ripetuta di uno strumento etnico africano, le inquadrature di apertura del film documentario: l’acqua è vita e la vita è conoscenza. Trovarla spesso costa fatica quotidiana.

© Articolo scritto da Stefano di Stasio il 28 Novembre 2013

 


SCHEDA DEL FILM
Regia: Pascal Plisson
Sceneggiatura: Marie-Claire Javoy, Pascal Plisson
Fotografia: Simon Watel
Montaggio: Sarah Anderson, Sylvie Lager
Musiche: Laurent Ferlet
Produzione: Winds, Ymagis, Wild Bunch
Distribuzione: Academy Two
Paese: Francia 2012
Uscita Cinema: 26/09/2013
Durata: 75 Min
Formato: Colore