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lunedì 31 ottobre 2016

ALTRO RECORD: solo oggi 1 Novembre, capodanno celtico nonché capodanno della stagione agraria, 164 accessi alle h 23:30!  GRACIAS a TODOS!  спасибо всем!


RECORD di ACCESSI a OTTOBRE 2016: 1124 visitatori di Parole e Fotografie! Battuti i precedenti picchi di lettura di PeF: 1056 e 1059 a Ottobre 2016 e Gennaio 2012, rispettivamente. La redazione si arricchisce della mano valente di Peppe Mocci, Paolo Papiro e Antonello Cantiello nello stesso mese di Ottobre 2016 appena concluso. Che dire? Perdura lo que el pueblo defiende! e pure per questo c'è una storica soundtrack e anche un link sulla valorosa gioventù di oggi, eh sì, esiste ancora! Colectivos de Jóvenes Comunistas:

Quien no conoce la Historia, no conoce lo que fue y sigue siendo el Che Guevara.
"Si el presente es de lucha, el futuro es nuestro."
Fonte:  Colectivos de Jóvenes Comunistas

"…En Cuba se ha demostrado que, como dijera Fidel, perdura lo que el pueblo defiende…"


sabato 29 ottobre 2016

CRX 5.  L’EVANGELO di GILGAMÈSH


Nella Mesopotamia, la mitica terra della mezzaluna fertile, in un periodo compreso fra 6000 e 4000 anni fa, lepopea di Gilgamèsh racconta, almeno duemila anni prima dell'Odissea di Omero, le gesta di questo eroe leggendario e, come per tutti gli eroi dellantichità, della sua lotta per limmortalità.
Gilgamèsh viaggia attraverso il tempo insieme a Utnapistim, eroe del diluvio universale, utilizzando la porta delle stelle, fra mille avventure nelle quali affronta uomini e demoni alla ricerca dellorigine della vita.
Fonte: Cesare Ossicini. L’epopea di Gilgamesh completa, dall’inizio alla fine del tempo e dello spazio. Ed. IL MIO LIBRO.

Il prode Paolo Papiro, mio ex-studente di tesi, ingegnere e maître à penser di vino, tè e sfogliatella, suggerisce anche un lavoro scientifico, Hamlet Mill, di Archaeoastronomy and Compared Mithology, di un professore di Hystory of Science del M.I.T. Boston, Giorgio de Santillana e una prof. del W Göthe Universität, Herta von Dechend:
https://en.wikipedia.org/wiki/Hamlet%27s_Mill

Da questa leggenda nascono fatti di sangue, lotte per volgere le forze della natura all'equilibrio armonico cosmogonico e annunci di gioia che, dal greco, fanno parlare di questo testo come di evangelo di Gilgamèsh. In particolare, interessante è il concetto che emerge da questa epopea di bugia del sonno, ovvero l'idea  che: “…la morte non esiste. L’ha inventata l’uomo e lui ci crede a tal punto da vivere nel terrore”.
Fonte: Mario Pincherle. L’epopea di Gilgamesh. Ed. Melchisedek.

Io non lo so se la morte esista davvero, ma, parafrasando Giordano Bruno, se non è vera, è molto ben trovata.

Buona lettura!

Soundtrack consigliata:
© 2016 Testo e Foto: Stefano di Stasio. Cimitero di L’viv, Ucraina.




venerdì 21 ottobre 2016

Visualizzazioni ultimo mese, sabato 29 Ottobre 2016:


Sono commosso, veramente! Oggi  22/10/2016 vedo + di 120 accessi in 10 ore, 107 IT, ma anche 5 U.S., picco h 13, 17,000 accessi h 18. RIBELLARSI è SEMPRE più GIUSTO!


RèG 16.  Bob DYLAN 2016 come Tommie SMITH e John CARLOS 1968


La vicenda del mancato contatto fra il comitato dell'Accademia di Stoccolma e il nominato vincitore del premio Nobel per la letteratura Bob Dylan, al secolo Robert Allen Zimmerman, non fa che ricordarmi quella di Tommie Smith e John Carlos, vincitori della medaglia d'oro e di bronzo, rispettivamente, alle olimpiadi di Città del Messico.
Link:





martedì 18 ottobre 2016

Visualizzazioni PeF ultima settimana VW14-20 Ottobre 2016: 165 da 10 provenienze geografiche diverse fra cui India, Russia, Giappone, Isreaele e isole Farœr, dopo Italia, U.S., Francia, Germania, Ucraina.
GRAZIE!


PeF, una grande Famiglia:
We want you!


Un nuovo e valente collaboratore ci affianca con la sua competenza in questa rubrica Parva Conloquium de Religione Christi: il suo nome è già un mito nell’università di Napoli “Federico II”, oltre che per le sue specifiche e notevoli competenze professionali (mister XRD), anche per il suo percorso spirituale e il suo interesse e fervore per gli argomenti a tema esoterico-religioso: Peppe Mocci, mio compagno di corso ai primi anni di Università, collaboratore scientifico e amico vero. Peppe è una persona seria, riservata, ma anche pazziarella come si dice nella nostra amata terra del Sud.
Quali mani migliori per un approfondimento rispetto ad un’allegra ma effimera chiacchiera fra amici?
Questo scritto, segnalato da Peppe Mocci, è tratto da un numero della rivista mensile Hera, Luglio/Agosto 2004, e, in particolare, da un articolo firmato dallo studioso Sabato Scala.
Stefano di Stasio

«…Nel dicembre 1945 uno sconosciuto contadino egiziano, Muhammad Alì al-Sammàn, fu l'artefice di una delle più straordinarie scoperte documentali della storia cristiana. Scavando nei pressi della città di Nag Hammadi nell'Alto Egitto, l'agricoltore rinvenne una giara di terracotta alta all'incirca un metro,contenente 13 volumi rilegati in pelle e in carta di papiro risalenti un periodo compreso tra il I e il III secolo d.C. e appartenuti a una comunità cristiano-gnostica. Alla scoperta seguì una rocambolesca storia che terminerà solo tra il 1972 e il 1977, con la pubblicazione dell'intero materiale ritrovato (1). Ma cosa era contenuto di così straordinario in quella piccola e antichissima biblioteca? Il Cristianesimo primitivo, com'è oggi noto anche grazie alle scoperte archeologiche e documentali, non nacque come blocco monolitico, ma già pochi anni dopo la morte di Gesù si presentava suddiviso in tre opposte correnti: la giudeo-cristiana di matrice prettamente giudaica; la gnosi cristiana che si sviluppò come corrente filosofico-religiosa autonoma; la terza, quella che è pervenuta fino a noi, nacque fuori del gruppo dei 12 apostoli di Gesù ad opera di una geniale mediazione tra le due diverse forme di Cristianesimo. Paolo di Tarso, che ne fu l'artefice, impose la sua versione personale del Cristo ponendo le basi per il Cristianesimo che conosciamo attraverso una solida organizzazione gerarchica, un preciso e rigido substrato teologico, un processo di evangelizzazione persuasivo e strutturato, e una acerrima lotta contro le deviazioni del nucleo teologico ideato. E grazie a questo scontro accanito contro l'eresia, come quella rappresentate dalle due correnti, giudaico-cristiana e gnostica, che verrà a determinarsi una sistematica eliminazione delle testimonianze documentali e delle manifestazioni religiose che non rispettavano l'ortodossia cristiana.

IL VANGELO DI TOMMASO
Ma cosa di nuovo e di ben più importante viene fuori da questi scritti e in particolare dai 4 vangeli ritrovati nella giara di terracotta? Il primo elemento di rilievo è il notevolissimo sviluppo teologico mostrato da tali documenti, redatti tra il I e il III sec., e che fa apparire la teologia del Cristianesimo paolino del II sec. quantomeno arcaica.
Ma la vera novità nella gnosi di Nag Hammadi è che essa appare interamente e coerentemente fondata non su una tardiva e variegata elaborazione del pensiero di Gesù, ma come una sorta di possibile, naturale e soprattutto precoce sviluppo del pensiero che emerge direttamente dai discorsi a lui attribuiti in questi testi.
Il Vangelo di Tommaso, redatto fra il I e il III secolo d.C., è il più noto e importante. Ciò che ha scioccato gli studiosi, da anni alla ricerca della fantomatica fonte delle dissertazioni di Gesù (chiamata Vangelo Q) che avrebbe ispirato i Vangeli canonici, è che questo documento consiste in 114 dialoghi privi di narrazione ci restituiscono un Gesù molto più coerente, naturale e credibile rispetto a quello che appare nei Vangeli canonici. Circa un terzo del testo, inoltre, riporta discorsi di Gesù assolutamente sconosciuti, ma che nel loro complesso rispettano la forma di quelli rimanenti e ci offrono, insieme a essi, una nuova e straordinaria chiave di lettura del suo pensiero. Un primo banale elemento a favore dell'antichità del testo e che il Gesù di Tommaso non spiega mai i suoi discorsi; del resto, perché parlare in parabole se era poi necessario spiegarle? A questo primo intuitivo elemento se ne aggiungono numerosi altri, che emergono dalla comparazione della struttura dei dialoghi di Gesù in Tommaso rispetto a quelli analoghi riportati nei Vangeli canonici, e che ci mostrano una forma molto più arcaica, meno curata e più credibile di quei detti...
…Il Gesù enigmatico che fuoriesce da questo Vangelo … lascia a ciascuno la possibilità, oltre che il dovere, di elaborare autonomamente il suo pensiero come un "seme" gettato nel terreno fertile. E' questo Gesù che può spiegare la varietà e, nel contempo, il contrasto che si generò tra le diverse forme del primitivo Cristianesimo, ciascuna delle quali interpretava quelle frasi in modo del tutto legittimo e parimenti valido. Probabilmente, l'unica interpretazione del messaggio di Gesù che fatica a resistere alla prova di coerenza è quella che emerge dall'elaborazione teologica esposta nelle lettere di Paolo, già così distante dal Gesù che conosciamo dai Vangeli canonici…».


domenica 16 ottobre 2016

TIFATA  FIGHTERS ©
Gruppo di Osservazione e Sorveglianza del Territorio
© 2016 Stefano di Stasio. Ogni riproduzione senza il consenso scritto dell’autore sarà perseguita in termini di legge

EDITORIALE
Ma sì, diciamolo: noi siamo dei paesi che giacciono sulle dolci colline dei monti Tifatini. E siamo orgogliosi di esserlo! A parte il rigurgito patriottico, prende il via oggi una rubrica di denuncia e osservazione, ma anche di compiacimento e approvazione, di quanto di male e di bene fanno e misfanno i nostri concittadini della provincia di Caserta e dintorni.
Il luogo è del tutto irrilevante, tutte le provincie si assomigliano, che siano solcate dal fiume Volturno, dal Gange, dal Mekong o dallo Yang Tze. I problemi sono simili e, a volte, anche i disagi e le storture. La nota caratteristica è che la vita e la morte nelle provincie del mondo è intrecciata a filo doppio con il rapporto con la terra, la madre che elargisce generosi frutti. Ed è proprio in onore a questo rapporto di privilegio che nasce la rubrica Tifata Fighters, concepita come una serie di reports su fatti e accadimenti reali del territorio dei monti Tifatini, della piana del Volturno e alto Volturno. Vedrete e immaginerete 7 cavalieri che in sella ai loro fieri destrieri neri pattugliano a qualsiasi ora del giorno e della notte questi territori. Le persone che sono uomini giusti non avranno nulla da temere, i nostri cavalieri immaginari sono uomini d'onore e di rispetto. Quelli che, ahimé  dovranno preoccuparsi sono i vigliacchi, i prepotenti e i violenti, nonché ovviamente quelli che si azzardassero a venire a scaricare rifiuti tossici dalle nostre parti. Purtroppo non vi possiamo dire che fine faranno, vi rovineremmo la sorpresa. Per avere un'idea potete leggere il racconto "I sette cavalieri di Lemberg" che trovate in PeF al link:
Qual è la differenza? Che Caserta non è Lemberg, l'antico nome medioevale di Lviv, la bella città dell'Ucraina occidentale ai giorni nostri e del regno di Polonia duecento anni fa. Casa Hirta fu fondata dai Normanni, attorno all'anno mille, epoca di costruzione della cattedrale dell'attuale Casertavecchia.
Nemmeno i cavalieri sono gli stessi, i nostri sono discendenti dei Vikinghi e, perciò, sono molto più coraggiosi e cattivi!
Il primo numero si intitolerà: TF 1. Capua's COWBOYS.
Buona lettura!


Più di 40 visualizzazioni in poche ore! Commossi e abbastanza confusi, ringraziamo!
Perché confusi? Perché queste cose ce le hanno insegnate da bambini, ma non ci hanno insegnato a meditarle con animo profondo e spirito laico. Faccio mio il detto di un famoso vescovo di Alife (CE) vissuto a cavallo di '800 e '900:  
ego vidi, observavi, cogitavi in perspective o più o meno così, vado a memoria.
GRAZIE!
PeF Editor

sabato 15 ottobre 2016

CRX 4. Evangelo secondo TOMMASO,II

capoversi 99-102, traduzione dal testo COPTO di Mario Pincherle (2009) 

PARVA CONLOQUIUM DE RELIGIONE CHRISTI è © 2016 Stefano di Stasio. Ogni riproduzione senza il consenso scritto dell’autore sarà perseguita in termini di legge


Soundtrack consigliata:


99
I discepoli gli dissero:
«I tuoi fratelli e tua madre se ne stanno in disparte!».
Egli rispose loro:
«Coloro che qui fanno la volontà del Padre mio
essi sono i miei fratelli e mia madre,
che entreranno nel Regno del Padre mio».

100
Mostrarono a Gesù una moneta d’oro
E gli dissero:
«Gli esattori di Cesare esigono da noi dei tributi».
Egli rispose loro:
«Date a Cesare quello che è di Cesare,
date a Dio ciò che appartiene a Dio,
e ciò che è mio, datelo a me».

101
«Colui che non pospone suo padre e sua madre,
come Me,
non potrà diventare mio discepolo.
Colui che non ama suo Padre e sua Madre
Come Me,
non potrà diventare mio discepolo,
perché è mia madre che mi ha messo al mondo,
ma la mia VERA MADRE mi ha dato la Vita».

102
Gesù ha detto:
«Poveri i Farisei
che sono simili a un cane
che dorme nella mangiatoia dei buoi:
perché non può mangiare
e non lascia mangiare i buoi».


mercoledì 12 ottobre 2016

Cari lettori, pubblico con piacere il numero di visualizzazioni dell'ultimo mese, sono ben 702 e, vi assicuro, non è poco per un blog senza sponsor e, tutto sommato, dilettantistico! Le visualizzazioni provengono da: IT 476, POL 72, FR 55, U.S. 39 e altri per un totale di 10 paesi di provenienza delle connessioni.
Il record di visualizzazioni spetta al post PROSPETTIVA MONCA, seguito a pari merito da RèG 8. Il tempio degli esseri viventi e da Conloquium de Religione Christi-Editoriale.
GRAZIE!

lunedì 10 ottobre 2016

CRX 3. Evangelo secondo Tommaso, I

capoversi 103-106, traduzione dal testo COPTO di Mario Pincherle (2009).

© 2016 Stefano di Stasio. Ogni riproduzione senza il consenso scritto dell’autore sarà perseguita in termini di legge


103
Gesù ha detto:
«Felice l’uomo che conosce
il momento in cui i ladri verranno,
perché allora si terrà pronto,
raccoglierà le sue forze,
prenderà lo slancio sulle reni,
prima che essi tentino di entrare»

104
«Essi Gli dissero:
Vieni con noi a pregare e a digiunare!
Gesù rispose:
Che cosa ho fatto di male e in cosa ho peccato?
Ma quando lo Sposo è lontano dalla stanza nuziale,
allora che si digiuni e si preghi!»

105
«Gesù ha detto:
Colui che conosce il PADRE e la MADRE
chi potrà mai chiamarlo figlio di puttana?»

106
«Gesù ha detto:
SE SAPRETE TRASFORMARE il DUE in UNO, DIVENTERETE FIGLI DELL’UOMO.
e se direte:
“Montagna, allontanati”,
quella si allontanerà!»

sabato 8 ottobre 2016

CRX 2.  La moltiplicazione dei pani e dei pesci

© 2016 Stefano di Stasio. Ogni riproduzione senza il consenso scritto dell’autore sarà perseguita in termini di legge


Soundtrack consigliata:

Fonte(Gv 6,1-15)

Lago di Tiberìade, Palestina, sera di primavera di un anno sconosciuto


link consigliato:

1 Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».  Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». 15 Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.



Auciello. Questo è il mio miracolo preferito!

Tatanka. E ci credo!

Norse. Siete sicuri di volerne parlare? Ho avuto di recente un’esperienza critica…

A+N. Quale?

N Ho telefonato a un monastero, là dove mi piace sentire parlare i miei due amici monaci e le loro traduzioni dal Greco e dall’Aramaico, imparo molto e, voi lo sapete, mi piace studiare. Bene, erano le ore 19:15 circa. È scattata una segreteria telefonica che invitava i fedeli a telefonare dal lunedì al venerdì dalle 10:30 alle 11:45 e dalle 18:00 alle 19:00. Va bene poi vi spiego il mio punto di vista, andiamo avanti nella discussione ora.

T Avete visto fra i discepoli Gesù Cristo si rivolge a Filippo per metterlo alla prova ed è a lui che chiede quanti denari sarebbero necessari per sfamare la folla, non a Simon Pietro. Viceversa, è il fratello di Pietro, Andrea, che cerca il ragazzo con i 5 pani e i 2 pesci fra la folla convenuta.

A Ma si capisce, lui era pescatore!

N anche Pietro, suo fratello, e anche Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, erano pescatori del mare della Galilea, e, tuttavia, non si sono curati di cercare una soluzione al problema che si era posto. Ma secondo voi chi era il ragazzo? Ma poi sarà stato un ragazzo? È una di quelle parole, il termine ragazzo, che in lingue diverse significano cose diverse, chissà che k significa in Aramaico? Devo chiedere ai monaci.

T Sarà stato un garzone di qualche bottega. Ti che dici Auciello?

A Quando dalle nostre parti diciamo ragazzo intendiamo proprio questo, l’ultimo arrivato nel negozio, a volte è pure leggermente dispregiativo, tipo nella frase “scusatelo, quello è ragazzo!”.

N Non credo che sia così. Il ragazzo aveva 5 pani e 2 pesci. Il pane rappresenta la vita, il pesce la sapienza e in seguito lo stesso Cristo. I cinque pani potrebbero essere le 5 forme di vita che Cristo predicava, noi ne conosciamo dall’ortodossia della chiesa solo 2, la vita terrena e quella ultraterrena, però se uno pensa alla filosofia greca: aria, acqua, terra e fuoco, come Anassimene di Mileto e Empedocle, ma ce ne manca una, forse è il soffio vitale, l’anima la quinta.

T sto cercando su guugl', è bellissimo... Aaah! Che soddisfazione, k ho trovato: 
"...la quintessenza di Aristotele...
Γαια, terra; ύδωρ, acqua; άήρ, aria; έιλή, calore (fuoco); ίδέα, oppure ίερόν, cosa divina..."

A E perché 2 pesci?

N Questo lo ignoro, il perché il ragazzo porta nella cesta solo 2 pesci, ma il doppio pesce contrapposto era un simbolo mesopotamico, si conosceva anche nella civiltà della valle dell’Indo 3300 a.C.. Si chiamava Vesica Piscis in latino, e la simbologia esoterica Doppio Ternario. Cristo è spesso associato al simbolo del doppio pesce l’Ichthys. Anche la scritta INRI è più antica della storia della tribù di Davide. L’abbiamo detto l’altra parte, prima del 1800-2000 a.C. la tribù di Davide, cioè gli Ebrei, non esistevano

A Ma chi k te le dice queste cose?

N Auciello, io studio da quando ho imparato a leggere, mi piace.

T è vero, è vero, è vero, sto cercando su guugl’. Guarda sta scritto: doppio pesce simbologia:

Con il termine "Vesica Piscis" si indica una figura simbolica che deriva geometricamente dall'intersezione di due cerchi aventi lo stesso raggio ed i cui centri giacciono l'uno sulla circonferenza dell'altro. Il nome latino, che letteralmente significa "vescica di pesce", deriva dall'osservazione che la forma di questa figura ricorda quella della vescica natatoria dei pesci. Il simbolo era già noto in India, nell'antica Mesopotamia, in Africa e nelle civiltà asiatiche, ma si diffuse ampiamente soprattutto nel contesto cristiano, mediante l'associazione della figura del pesce a Cristo (con la figura dell'ichthys, vedi più avanti). Successivamente, nelle elaborazioni iconografiche che seguirono, soprattutto negli affreschi e nei codici miniati medievali, la ‘vesica' viene associata all'immagine del Cristo e della Vergine in maestà, nell'iconografia nota anche come "mandorla mistica"……
…Se si disegna la 'vesica' in posizione orizzontale, prolungando un poco oltre i tratti delle circonferenze ad una delle due estremità, si ottiene la forma stilizzata di un pesce. Questo simbolo si può trovare, ad esempio, tracciato su molte lastre tombali nelle antiche catacombe romane. È un emblema che viene chiamato 'Ichthys' (il nome greco del pesce) perché veniva usato dalle primitive comunità cristiane per dissimulare il nome di Cristo. Scritta in lettere greche, infatti, la parola "Ichthys" è l'acronimo della frase: "Iesus Christos Theios Yios Soter", cioè "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore"

il link è:

N Guardate come si trasforma dalla storia delle prime comunità cristiane, dal greco, a quelle posteriori di alcuni decenni o un secolo, forse:
"Iesus Christos Theios Yios Soter", in greco, diventa “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum”, che significa “Gesù Nazareno re dei giudei”, cioè la sigla INRI sulla rappresentazione della croce.

A Sì sì va bene con i simboli, ma quello che conta è la potenza di Cristo. Ha sfamato la sera tardi una moltitudine di migliaia di persone, Giovanni dice che erano 5000. E sono avanzate anche 12 ceste di pani d’orzo!

A+T Ah, ma qual era il tuo punto di vista, quello della tua esperienza recente quando hai telefonato al monastero ed è scattata la segreteria telefonica?

N Avevo fame e sete, perciò ho telefonato.

© 2016 Foto di Stefano di Stasio. Ogni riproduzione senza il consenso scritto dell’autore sarà perseguita in termini di legge




mercoledì 5 ottobre 2016

CRX 1.   L’ANNUNCIAZIONE dell’ARCANGELO GABRIELE

© 2016 Stefano di Stasio. Ogni riproduzione, anche parziale, senza il consenso scritto dell’autore sarà perseguita in termini di legge

Fonte(Lc 1,26-38), Nàzareth, sesto mese di un anno sconosciuto


Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù
Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo...”


Il CONLOQUIUM n° 1. CRX 1


N. Che ne pensate del dogma della verginità di Maria?

A. Abbiamo studiato e ce l’hanno sempre detto che l’angelo apparve a Maria annunciandole la buona novella, e cioè che avrebbe partorito il figlio di Dio senza aver conosciuto uomo.

T. Ma era vergine?

A. Certo che lo era, questa è la nostra fede!

N. E perché secondo voi Dio ha mandato l’arcangelo Gabriele? Non le poteva parlare direttamente? Come successe per Abramo, Mosè e altri ancora…

T. Guardate, in greco arché significa principio e anche vita, l’ho trovato su guggl’.

A. E allora, che vuol dire?

N L’arcangelo Michele è la trasfigurazione del dio norreno Thor. Entrambi uccidono l’essenza del male fatta carne nella forma simbolica di un drago senza corna, solo che uno lo fa con il martello e l’ascia vikinga, è Thor, e l’altro con la lancia a tridente e la spada, è l’arcangelo Michele.

T è vero, l’ho trovato su guggl’, esiste un libro intitolato “Il culto di Odino a Maddaloni”, San Michele è il santo protettore di Maddaloni e rappresenta Thor poi trasfigurato dopo il sopravvento dei cristiani, cioè dopo l’editto di Costantino.

N. però questo dell’annunciazione di Maria è l’arcangelo Gabriele non Michele!

T. È vero hai ragione, ti posso toccare il panciotto?

N. Comunque quel libro su Maddaloni esiste.

A. Ma che k state dicendo, ma allora siete due sacrileghi! Sacrileghi e apostati! Chi siete voi per dubitare della dottrina?

T. Aaaarg, vade retro Satana… lo sento, lo sento…sta cercando di possedermi per fare incazzare Auciello!

N Allora: archè è il principio, la vita. Potremmo dire anche il seme, pensando che la terra è madre. Un po’ come gli Indù che venerano la vita rappresentando con il fango per terra lo yoni, cioè l’apparato genitale femminile e il lingam, eretto e posto al centro dello yoni, che è l’organo genitale maschile. Liṅga è sanscrito, è un termine dell’antica civiltà della valle dell’Indo per indicare il principio, il seme appunto.

T è vero, l’ho appena trovato su guggl’:
Il lingam consiste in un oggetto di forma fallica considerato una forma assonante con il dio Śiva… In termini metafisici, rappresenta la forma dell’Assoluto trascendente senza principio né fine, oppure la forma del relativo formale che si fonde con l'Assoluto senza forma, detto Brahman
L’arcangelo Gabriele trasfigura certamente un dio pre-cristiano, d’altra parte la storia della tribù di Davide in Israele, cioè la Bibbia risale al massimo al 1800-2000 a.C. basta contare le generazioni citate e moltiplicare per 20 anni che era l’anno in cui le coppie si formavano mediamente. Quindi epoca relativamente recente. Il vino si produsse per la prima volta in Mesopotamia nel 6000 a.C. esistono raffigurazioni su cocci di vasellame e gli Egizi nel 3000 a.C. producevano nella vale del Nilo sia il vino sia la birra. Queste figure appartengono alla mitologie di diversi paese e sono molto più antiche. E nelle rappresentazioni mitologiche indo-europee, norrene, hindi, e altre, una cosa è costante: la vita nasce dalla carne, cioè dal sangue e dal seme. Che ne pensate?

A. e io che k ne so?

T. Non c’era scritto questo che hai detto su guggl’: non ti so rispondere!

N. Guardate, mettete insieme i pezzi, mi sembra apodittico: Dio, o gli Dei maschi, hanno spedito il seme a Maria utilizzando come corriere l’arcangelo Gabriele!

T quale seme? Forse mi sono perso qualcosa?

N. il seme, il seme, puoi chiamarlo sperma, liquido seminale fai tu.

A. Sacrileghi! Apostati! Voi siete pazzi, pazzi, pazzi!

T forse la tua ipotesi è troppo stramba!

N e perché? Con la fecondazione eterologa, effettivamente è possibile che una donna vergine, sia resa incinta dal seme maschile e che, tuttavia, rimanga vergine, cioè con l’imene integro, perché la penetrazione del lingam non c’è mai stata!

A Uaaaa!

T Beh, effettivamente, io ho studiato medicina, tecnicamente è possibile inseminare in provetta senza distruggere l’imene.

N. Ah, Tatanka: questo non lo trovi su guggl’, scommettiamoci un caffè.

 © 2016 Stefano di Stasio. Testo e foto sono dell'autore