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martedì 25 ottobre 2011

PAROLA DI SCAMBIO: Tumán

 
Sospinta dalla voce dei lettori nasce la rubrica "Parola di scambio". Perché se è vero che la scrittura è il segno che materializza storie, personaggi e atmosfere, è altrettanto vero che l’emozione trasmessa dall’autore con un racconto o con una fotografia si traduce in parole da parte del lettore o dell’osservatore, in una sorta di cavalleresco scambio di colpi, come in una metaforica giostra medioevale.
Parole che qui riporto con piacere, siano esse di critica o di plauso, per assoluto dovere di cronaca.
Le prime impressioni riguardano il racconto "Tumán" che apre la raccolta "Del seme più forte".
 
 
MIRKO GIACCHETTI
"Cos'ha in testa certa gente?" (Teatro degli orrori - Alt!-)
Talune teste sono vuote, altre troppo piene ed alcune sono capaci di contenere storie. Storie che abbiamo la fortuna di leggere, come questo "Tuman". Ogni scrittore scrive di ciò che conosce, delle proprie esperienze, attinge dal vissuto e trasforma il narrato in qualcosa da cui tutti possono trarre un insegnamento. No, forse ho sbagliato. A meno che Stefano di Stasio non sia una "Lynx lynx carpathicus", direi che è un buon esempio di autore in grado di contraddire il pensiero comune: "Sei uno scrittore? Allora scrivi di te e bla bla bla". Il vero problema e che riesce bene! Le descrizioni sono dettagliate, quasi quanto potrebbero esserlo per una lince. Anne Rice in "Intervista con il vampiro" glissava il problema di vedere attraverso gli occhi del protagonista, liquidava il lettore con una frase tipo: gli occhi videro la notte in una maniera diversa... Ok, è un vampiro...chissà cosa vede? Stefano di Stasio fa un passo avanti, ci dona quegli occhi e ci porta fuori dalla nostra umanità!
Questo dettaglio è l'ennesima cura nell’ingannare il lettore. Sono felini che hanno caratteristiche umane? Poche parole sul finale! Tuman prigioniero e la prole che verrà, salva... Happy end a metà...Se entrambe le linci fuggivano: vissero tutti felici e contenti...Happy end full optional! Non discuto la scelta, anzi la condivido. Si tiene lontana dalla sensazione di "già visto" e mantiene vivo nella memoria il protagonista. Inoltre ci si domanda: cosa farà, come resisterà alla cattività? Ulteriore vantaggio: proietta l'altruismo sulla razza felina - da sempre considerata ultra egoista. Anche in questo caso esce dagli schemi, costringe a pensare oltre. Ci invita ad osservare meglio e, perché no, a riflettere! No, non sono felini con caratteristiche umane, sono felini più umani dell'uomo! Complimenti Stefano!
 
 

TANIA MAFFEI
Questo scrittore ha la grande capacità di descrivere in modo fotografico ciò di cui parla soffermandosi in modo direi quasi maniacale su mille dettagli. È difficile non riuscire a vedere le immagini che riesce a creare. Si sente la voce del fotografo e la mano esperta che lo guida. Le storie poi sono centellinate in modo che il lettore possa entrarci lentamente, senza fretta. Qui due animali selvatici vengono solo in parte umanizzati. O meglio è il modo in cui l'autore li guarda che ci fa incorrere in quest'errore che poi però viene subito chiarito. Anche questa volta però la crudeltà umana non ce la farà a vincere e l'animale porterà a casa la sua piccola vittoria: la femmina salvandosi riuscirà a preservare la prosecuzione della specie. Se il resto del romanzo è così penso che mi piacerà molto.



MORGANA BART
… L'uomo incontrato da Tùman è una figura meschina, curiosa, incapace di possedere valori, i guardiani ne sono l'esempio più chiaro. E poi la fuga di Ira, il coraggio di Tùman e la consapevolezza che la sua stirpe sopravviverà nella natura, dove l'uomo non è che piccola cosa…

La recensione riportata interamente la trovate qui:
http://paroleefotografie.blogspot.com/2011/08/del-seme-piu-forte-14-racconti-per.html#comments
 
 

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